Insegnare la musica nelle scuole è un compito assai importante ma arduo.
Oggi in Italia la musica è considerata inessenziale, superflua, rinunciabile. E' considerato un mero passatempo per chi, annoiato da altre attività, voglia "giocare e divertirsi" con i suoni.
E i risultati si vedono: oramai in Europa siamo agli ultimi posti per conoscenza e quindi apprezzamento della musica. Un ragazzo in Austria, Germania, Olanda, Slovenia, ecc. esce dalle scuole sapendo leggere perfettamente un pentagramma, avendo sperimentato l'esperienza corale seriamente per anni se non addirittura quella strumentale. Da noi un ragazzo delle superiori (fatta eccezione per il solo indirizzo magistrale) non sa nemmeno quante righe ci sono in un pentagramma e la considerazione della materia "ed. musicale" nelle scuole medie è sempre di più sotto i tacchi degli studenti che non si preoccupano certo di un'insufficienza in una materia del tutto marginale.
Da qui ne discende che i teatri sono sempre più vuoti, i concerti sono sempre più un'attività rivolta a una ristrettissima elìte e la cultura (la musica è la prima delle arti) scivola via dall'Italia (un tempo culla della Musica dove tutti i più grandi erano obbligati a venire a studiare) come un rigagnolo d'acqua stagnante.
La situazione è, ahimè, questa.
Nelle scuole elementari la musica esiste come "progetto" realizzato da un "esperto esterno", in quanto non materia curriculare.
Io mi sono occupato di realizzare progetti di avvicinamento alla musica per bambini delle classi elementari, dalla prima alla quinta.
Credo sia un ruolo importante che va svolto con dedizione e passione, poichè ai bambini si può infondere l'amore per qualcosa che poi li accompagni nella vita.
Quale metodo seguo? Willems, Kodaly, Orff...?
Io seguo il mio metodo che è frutto della mia esperienza, della mia sensibilità (musicale e non) e del mio buon senso.
Credo fermamente che non esista IL METODO GIUSTO in astratto.
Credo esista un modo per incuriosire i bambini e farli piano piano appassionare, e questo modo varia. Dipende dai bambini, dipende dal tempo che si ha a disposizione, dipende da quanti bambini lavorano assieme.
Tutti i metodi hanno del buono, ma io sono lo "chef" e mescolo i sapori e gli ingredienti.
Sperimentare il ritmo con le mani e con i piedi, con gli strumenti a percussione, sperimentare la voce cantando assieme agli altri, capire che armonia significa l'importanza dell'uno in rapporto a tutti gli altri, scoprire le note e i suoni, scoprire le "voci" dei tanti strumenti musicali, scoprire un linguaggio diverso, peculiare e affascinante come quello musicale... queste sono le basi del mio lavoro.
Naturalmente faccio ascoltare musica ai bambini, di tutti i generi: classica, jazz, pop, rock, corale, ecc., perchè credo che solo le orecchie ci possano far innamorare della musica.
Ed inoltre sostengo che i diversi generi vadano trattati con rispetto: continuare a creare "classifiche" sterili e insignificanti tra un genere e l'altro fomenta uno sciocco e anacronistico "classismo" musicale che uccide la Musica! Tutte le diverse manifestazioni musicali possono essere fatte bene o male, curate o strapazzate in malo modo. La cultura serve per saper distinguere.
Tendenzialmente alle elementari cerco di portare a compimento l'anno scolastico (che in questi casi si misura su di un monte-ore) con una recita, un piccolo spettacolo musicale fatto dai bambini che cantano e suonano i piccoli strumenti ritmici o i flauti dolci raccontando una storia.
Questo permette di affrontare anche la dimensione della relazione tra il "me" artefice attivo (esecutore) e il "te" artefice passivo (ascoltatore).
Oggi in Italia la musica è considerata inessenziale, superflua, rinunciabile. E' considerato un mero passatempo per chi, annoiato da altre attività, voglia "giocare e divertirsi" con i suoni.
E i risultati si vedono: oramai in Europa siamo agli ultimi posti per conoscenza e quindi apprezzamento della musica. Un ragazzo in Austria, Germania, Olanda, Slovenia, ecc. esce dalle scuole sapendo leggere perfettamente un pentagramma, avendo sperimentato l'esperienza corale seriamente per anni se non addirittura quella strumentale. Da noi un ragazzo delle superiori (fatta eccezione per il solo indirizzo magistrale) non sa nemmeno quante righe ci sono in un pentagramma e la considerazione della materia "ed. musicale" nelle scuole medie è sempre di più sotto i tacchi degli studenti che non si preoccupano certo di un'insufficienza in una materia del tutto marginale.
Da qui ne discende che i teatri sono sempre più vuoti, i concerti sono sempre più un'attività rivolta a una ristrettissima elìte e la cultura (la musica è la prima delle arti) scivola via dall'Italia (un tempo culla della Musica dove tutti i più grandi erano obbligati a venire a studiare) come un rigagnolo d'acqua stagnante.
La situazione è, ahimè, questa.
Nelle scuole elementari la musica esiste come "progetto" realizzato da un "esperto esterno", in quanto non materia curriculare.
Io mi sono occupato di realizzare progetti di avvicinamento alla musica per bambini delle classi elementari, dalla prima alla quinta.
Credo sia un ruolo importante che va svolto con dedizione e passione, poichè ai bambini si può infondere l'amore per qualcosa che poi li accompagni nella vita.
Quale metodo seguo? Willems, Kodaly, Orff...?
Io seguo il mio metodo che è frutto della mia esperienza, della mia sensibilità (musicale e non) e del mio buon senso.
Credo fermamente che non esista IL METODO GIUSTO in astratto.
Credo esista un modo per incuriosire i bambini e farli piano piano appassionare, e questo modo varia. Dipende dai bambini, dipende dal tempo che si ha a disposizione, dipende da quanti bambini lavorano assieme.
Tutti i metodi hanno del buono, ma io sono lo "chef" e mescolo i sapori e gli ingredienti.
Sperimentare il ritmo con le mani e con i piedi, con gli strumenti a percussione, sperimentare la voce cantando assieme agli altri, capire che armonia significa l'importanza dell'uno in rapporto a tutti gli altri, scoprire le note e i suoni, scoprire le "voci" dei tanti strumenti musicali, scoprire un linguaggio diverso, peculiare e affascinante come quello musicale... queste sono le basi del mio lavoro.
Naturalmente faccio ascoltare musica ai bambini, di tutti i generi: classica, jazz, pop, rock, corale, ecc., perchè credo che solo le orecchie ci possano far innamorare della musica.
Ed inoltre sostengo che i diversi generi vadano trattati con rispetto: continuare a creare "classifiche" sterili e insignificanti tra un genere e l'altro fomenta uno sciocco e anacronistico "classismo" musicale che uccide la Musica! Tutte le diverse manifestazioni musicali possono essere fatte bene o male, curate o strapazzate in malo modo. La cultura serve per saper distinguere.
Tendenzialmente alle elementari cerco di portare a compimento l'anno scolastico (che in questi casi si misura su di un monte-ore) con una recita, un piccolo spettacolo musicale fatto dai bambini che cantano e suonano i piccoli strumenti ritmici o i flauti dolci raccontando una storia.
Questo permette di affrontare anche la dimensione della relazione tra il "me" artefice attivo (esecutore) e il "te" artefice passivo (ascoltatore).